Tra i personaggi più famosi dell’Umbria troviamo Margherita. Il luogo di nascita è concorde per Roccaporena, una frazione montagnosa a circa cinque chilometri da Cascia (provincia di Perugia), all'epoca uno dei castelli ghibellini facenti parte del contado del comune di Cascia. Le date di nascita e morte sono incerte; dipendono tra l'altro dall'anno in cui se ne indica la morte, ovvero il 1447 per alcuni o il 1457 per altri[, dopo quarant'anni di vita monacale. Papa Leone XIII, in occasione della canonizzazione di Santa Rita, sostenne le date 1381 e 1457.
Secondo le biografie tradizionali, Rita nacque da Antonio Lotti e Amata Ferri, genitori già anziani, molto religiosi, nominati dal Comune come "pacieri di Cristo" nelle lotte politiche e familiari tra guelfi e ghibellini, e in discrete condizioni economiche, come proprietari di terreni agricoli. I genitori, come era d'uso, la indirizzarono molto presto verso il matrimonio; Rita sposò quindi Paolo di Ferdinando di Mancino (o Mancini), forse un ufficiale della guarnigione di Collegiacone, descritto tradizionalmente come un uomo orgoglioso ed irruento, appartenente alla fazione ghibellina. Purtroppo, il marito venne brutalmente ucciso, ma Margherita riuscì a perdonare gli assassini del suo amato. Cosa che non riuscirono a fare i suoi due figli, i quali cominciarono a nutrire il loro animo con un forte desiderio di vendetta. L’educazione che margherita aveva ricevuto dai suoi genitori si basava totalmente sulla non violenza e sul perdono: così la donna arrivò addirittura a desiderare la morte dei figli, piuttosto che vederli macchiati di un così atroce atto.
Pochi anni dopo, entrambi i figli si ammalarono e morirono. Margherita decide allora di entrare nel Monastero di San Nicola da Tolentino, ma l’ingresso le fu negato, forse a causa delle sue vicende familiari e del suo status di vedova. Una notta Margherita, secondo la leggenda devozionale, riuscì ad entrare nel monastero. Come fece? Volando.
Per 40 anni visse tra le mura del grande monastero, dedicandosi alla preghiera e abbandonando tutto il resto. Si narra che la sera del venerdì santo Margherita ricevette una spina della croce di cristo conficcata sulla fronte. Ma, sono tantissimi gli altri eventi miracolosi riferibili alla figura di Rita, che alla sua morte, nel 1447, cominciò ad essere venerata da un numero sempre maggiore di fedeli, che la cominciarono ad identificare come la “Santa degli impossibili”. Ad esempio, si narra che il giorno del battesimo sarebbero apparse api bianche sulla sua culla, api nere al suo letto di morte, una rosa rossa fiorita in inverno vicino a casa sua e due fichi sull’albero del suo giardino. La sua beatificazione è avvenuta nel 1627 per volere di Urbano VIII, vescovo di Spoleto. Nel 1900 Leone III la canonizza come Santa.
Il Santuario di Santa Rita è la meta principale per chi arriva a Cascia e vuol ripercorrere la storia della giovane Margherita, divenuta poi Santa. Una struttura molto caratteristica e di grandi dimensioni, all’interno della quale è possibile visitare anche la Cappella dedicata a Santa Rita e dove giace il suo corpo. Nella cella dove morì si trova il sarcofago, lo stesso dove Santa Rita fu deposta nel 1447. Il monastero si trova sulla sinistra della basilica e all’interno è possibile ammirare le tante testimonianze relative alla vita della Santa.
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